E’ stato arrestato, in esecuzione ad un’ordinanza di
applicazione di misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di
Milano, un 34enne italiano, pregiudicato, ritenuto responsabile dei reati di
morte come conseguenza di altro reato, spaccio di sostanze stupefacenti e
abbandono di persona. L’indagine è stata avviata, dalla Tenenza di Rozzano, nel
pomeriggio del 2 gennaio 2019 quando, nelle scale di un condominio di Rozzano,
veniva rinvenuto il corpo senza vita di una 43enne brasiliana; ilcorpo non presentava segni di violenza ma il
successivo esame autoptico consentiva di ricondurre il decesso ad un’overdose
per acuta intossicazione da cocaina.
Gli immediati accertamenti permettevano di appurare che la
donna aveva trascorso la nottata in un appartamento sito in quello stabile ed
occupato dall’arrestato, in quel periodo sottoposto agli arresti domiciliari e
con il quale intratteneva una relazione sentimentale; l’uomo, nel corso di un
festino, aveva ceduto alla donna una dose massiccia di cocaina che, una volta
assunta, le aveva provocato un malore. La donna veniva quindi abbandonata sulle
scale condominiali e nessuno dei presenti aveva attivato i soccorsi.
L’arrestato veniva anche poi arrestato in flagranza per
detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in quanto, a seguito di
perquisizione domiciliare d’iniziativa, veniva trovato in possesso di circa 75
gr. di cocaina.
Sembra di essere tornati all’epoca di Mani Pulite. Una
raffica di arresti riguardanti personaggi politici di spessore ha riguardato il
nostro territorio. Gli ultimi sono avvenuti questa mattina su disposizione
della procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (Operazione
Piazza Pulita) e sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale
di Milano. Arrestato il sindaco della Lega Nord Gianbattista Fratus con le
ipotesi di accusa di turbata libertà degli incanti, turbata libertà nel
procedimento di scelta del contraente e corruzione elettorale. A Fratus sono
stati concessi gli arresti domiciliari. Così come ai domiciliari è finita la
neo assessore Chiara Lazzarini di Forza Italia. Il vice sindaco con delega al
Bilancio Maurizio Cozzi è finito in carcere. Le accuse di turbata libertà degli
incanti e corruzione elettorale, che hanno portato all’arresto del sindaco
leghista di Legnano e di due assessori, riguardano in particolare tre procedure
selettive.
Nel mirino degli inquirenti
ci sono le seguenti procedure: presso il Comune di Legnano per la selezione del
dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune; presso Amga Legnano per la
selezione del nuovo dirigente generale; presso la partecipata Euro.Pa Service
in ordine alla selezione per l’affidamento di un incarico professionale. E’
emerso come le citate procedure siano state turbate dai destinatari della
misura cautelare al fine di favorire soggetti a loro graditi. Il PM Nadia Calcaterra,
titolare dell’indagine, parla di “un diffuso senso di illegalità da parte degli
indagati, che non percepiscono la gravità delle loro azioni”. L’indagine,
durata circa un anno, si è svolta utilizzando intercettazioni telefoniche e
ambientali. “Bisogna pilotarla questa gara, deve essere una persona di vostra
fiducia”. Sono le parole del vicesindaco di Legnano Maurizio Cozzi e
dell`assessore Chiara Lazzarini (al momento dei fatti presidente Amga spa)
intercettate dalle Fiamme gialle mentre parlano con il sindaco Giambattista
Fratus, a proposito dei concorsi di selezione per tre posizioni dirigenziali in
municipalizzate e in Comune. Nell`inchiesta della procura di Busto Arsizio per
tangenti e turbativa d`asta, il sindaco Fratus è indagato (accusa per cui non è
scattata un`ordinanza di custodia cautelare) anche per corruzione elettorale
per aver fatto dimettere una consigliera della municipalizzata Aemme srl, in
modo che il suo post fosse assegnato alla figlia del suo avversario sconfitto
al primo turno delle passate comunali, in cambio del suo appoggio al
ballottaggio.
L’inchiesta che ha portato all’arresto di 43 persone
conferma, ancor auna volta, come la mentalità mafiosa sia ben radicata nel nord
Italia. Una mentalità che ha raggiunto imprenditori, esponenti politici e
amministratori pubblici. Provvedimenti cautelari sono stati spiccati anche nei
confronti del consigliere comunale di Milano Pietro Tatarella e del sottosegretario
della Regione Lombardia Fabio Altitonante. Pubblichiamo il comunicato integrale
della Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Milano DDA:
Nella mattinata odierna, nelle province di Milano, Varese,
Monza e della Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti, 250 militari
dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Varese e dei Carabinieri di
Monza Brianza, con il supporto dei reparti territorialmente competenti, hanno
dato esecuzione a un provvedimento cautelare personale nei confronti di 43
persone (12 in carcere, 16 agli arresti domiciliari, 3 all’obbligo di dimora e
12 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), ritenute a vario
titolo responsabili di associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito
un’associazione di tipo mafioso, e finalizzata al compimento di plurimi delitti
di corruzione, finanziamento illecito ai partiti politici, turbata libertà del
procedimento di scelta del contraente, false fatturazione per operazioni
inesistenti, auto riciclaggio e abusi d’ufficio.
I provvedimenti, emessi dal G.I.P. del Tribunale di Milano
(D.ssa Raffaella Mascarino), su richiesta della Procura della Repubblica di Milano
- Direzione Distrettuale Antimafia (Procuratore Aggiunto D.ssa Alessandra Dolci
e i Sostituti Procuratori D.ssa Silvia Bonardi, Dott. Adriano Scudieri e Dott.
Luigi Furno), all’esito di attività investigativa sviluppata dalla Compagnia
della Guardia di Finanza di Busto Arsizio (VA) e dal Nucleo Investigativo dei
Carabinieri di Monza, hanno fatto emergere l’esistenza di due sodalizi
criminali, attivi nelle province di Milano e Varese, costituiti da esponenti
politici, amministratori pubblici e imprenditori, dediti alla commissione di
più delitti di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata
libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di
appalti pubblici. Il reato associativo di cui all’art. 416 c.p. è stato contestato
a 9 delle 95 persone complessivamente indagate.
Strumentali al raggiungimento di detti scopi illeciti si
sono rivelati il ricorso a false fatturazioni tra imprese, l’attribuzione - da
parte di società pubbliche - di incarichi di consulenza fittizi o inutili o
solo formali, a fattor comune utilizzati per occultare il pagamento del prezzo
della corruzione, ma anche il finanziamento illecito a partiti politici, per
ottenerne il favore nelle procedure di gara.
La parte varesina dell’indagine, seguita dalle Fiamme Gialle
di Busto Arsizio, ha riguardato fatti corruttivi tesi a:
- far ottenere a un imprenditore il cambio di destinazione
urbanistica di un’importante area del Comune di Gallarate, da industriale a
commerciale, nell’ambito della variante generale al Piano di Governo del
Territorio comunale in fase di approntamento;
- far ottenere ad altro imprenditore, sempre nell’ambito
della stessa variante al P.G.T., l’accoglimento del contributo partecipativo
relativo a un complesso immobiliare soggetto a vincoli
paesaggistico-ambientali;
- far ottenere a professionisti e imprese compiacenti
fittizi incarichi di consulenza, conferiti da società a partecipazione pubblica
varesine, in cambio della successiva retrocessione agli associati di parte del
corrispettivo incassato a fronte dell’incarico stesso;
- turbare bandi per l’assunzione di personale direttivo e
dirigente presso società a partecipazione pubblica;
- promettere l’affidamento a predeterminate imprese di
appalti per l’esecuzione di opere commissionate dalle suddette società
pubbliche;
- istigare alla corruzione amministratori pubblici.
La parte milanese dell’indagine, seguita dal Nucleo
Investigativo Carabinieri di Monza, ha documentato:
- l’esistenza di un’associazione per delinquere costituita
da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, per uno dei
quali con l’aggravante di aver agevolato, mediante assunzione di operai nella
propria azienda, ovvero attraverso contributi e aiuti economici, anche
reperendo commesse lavorative in violazione della normativa antimafia,
esponenti della ‘ndrangheta presenti nel territorio di Corsico e Buccinasco;
- la turbativa di gare bandite da società multi-utility
facenti parte di un noto gruppo societario del settore energia e ambiente
lombardo, attraverso la realizzazione di un cartello di imprese in accordo tra
loro al fine di spartirsi l’aggiudicazione di singoli lotti;
- illeciti finanziamenti erogati da imprenditori a partiti
politici e a candidati alle ultime elezioni regionali e politiche (tra questi
figura un Deputato della Repubblica, destinatario della misura degli arresti
domiciliari in atto sospesa in attesa del rilascio dell’autorizzazione a
procedere da parte della Camera dei Deputati), allo scopo di essere favoriti
nell’assegnazione degli appalti da parte di società di servizi pubblici;
- fatti corruttivi relativi al rilascio di autorizzazioni
amministrative relativamente a immobili sottoposti a vincoli paesaggistici;
- fatti corruttivi posti in essere da un imprenditore per
ottenere, prima della pubblicazione dei bandi di gara, informazioni
privilegiate e riservate sulle procedure, ovvero per alterare gli affidamenti
di appalti cd. “sottosoglia”, mediante l’utilizzo di imprese di comodo cui far
destinare fittizie lettere di invito ad offrire.
Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari
personali, gli operanti hanno dato esecuzione a vari decreti di perquisizione,
anche presso le sedi di enti pubblici, tra i quali il Comune di Milano, e
società di servizi di Milano, Varese e Novara, nonché al sequestro preventivo
delle disponibilità finanziarie degli indagati fino a concorrenza di circa
130.000 euro, equivalenti al profitto dei reati di corruzione accertati.
MAGENTA/ALBAIRATE Dai piccoli consumatori sono riusciti a risalire ad uno
spacciatore. E’ una brillante operazione quella, parzialmente conclusa dalla
Polizia Stradale di Magenta che ha portato all’arresto di un giovane di
Albairate che nascondeva un considerevole quantitativo di cocaina in casa.
Tutto è partito da Magenta quando, nei pressi del ‘Sert’, gli agenti della
Polizia Stradale intercettano un ragazzo in motorino che, alla vista della
pattuglia, tenta di dileguarsi. I poliziotti lo perquisiscono e gli trovano 13
grammi di hashish e 3,5 grammi di marijuana. Il giovane, D.M., classe 1976,
residente ad Albairate, viene semplicemente denunciato a piede libero. La
perquisizione eseguita nella sua abitazione ha dato esito negativo, ma le
indagini della Stradale continuano. I controlli cadono successivamente su un
altro giovane di Albairate, C.M., classe 1975 trovato con due bustine di
cocaina da un grammo e mezzo l’una. Il giovane viene sanzionato.
LEGNANO Quattro volantini siglati Br e con la stella a cinque punte
sono stati affissi oggi in tre luoghi diversi a Legnano. Non conterrebbero
rivendicazioni legate ai recenti fatti avvenuti a Genova ma solo dichiarazioni
politiche.
Uno era appeso alla targa esterna dell'Agenzia delle Entrate, uno
all'Inps, e due alla pareti esterne di una azienda, la Franco Tosi. Della
vicenda si stanno occupando la Digos di Milano e il nucleo informativo dei
Carabinieri.
BUSTO GAROLFO Tragedia verso le 4 del mattino a Busto Garolfo. Un ragazzo di 24 anni di Arconate stava percorrendo in auto via Tagliamento quando ha perso il controllo del veicolo e si è schiantato contro una cabina dell'Enel.
Sono giunti sul posto i vigili del fuoco volontari di Inveruno con autopompa e mezzo polisoccorso, un'ambulanza, l'automedica e i carabinieri. Per il giovane non c'era più niente da fare.
“E’ stato uno scontro annunciato, ed è già tanto che non ci
sia scappato il morto. Questa strada è pericolosa”. Si lamentano i residenti
della zona diCascina Barera a Santo Stefano
Ticino. L’incidente avvenuto mercoledì mattina ha coinvolto sei persone e il bilancio
poteva essere ancor più grave. Non erano ancora le 8.30 quando una Opel Astra
arrivava da Magenta e percorreva la strada provinciale 128 verso nord. Giunta
all’intersezione con Cascina Barera è avvenuto lo scontro violentissimo con una
Fiat Punto. Gli occupanti di quest’ultima auto, D.C. di 35 anni residente a
Magenta e G.C., 44enne che vive nella stessa Cascina Barera, hanno riportato
ferite serie. Anche gli occupanti dell’altro veicolo sono rimasti feriti. Erano
quattro persone, due di nazionalità egiziana, un etiope e un italiano. I
soccorsi sono scattati immediatamente e, visto l’elevato numerodi persone coinvolte, la centrale operativa
del 118 ha inviato a Santo Stefano tre ambulanze, la Inter Sos di Marcallo con
Casone, la Croce Bianca di Magenta e il Cvps di Arluno, oltre all’elisoccorso e
ai vigili del fuoco volontari di Magenta.
I feriti, dopo essere stati stabilizzati
sul posto, sono stati distribuiti in codice giallo negli ospedali di Legnano,
Magenta e Rho. Inevitabili le polemiche dei residenti. La Sp 128 è della
Provincia, ma a chi la percorre tutti i giorni poco importa chi sia tenuto ad
intervenire per metterla in sicurezza. L’importante è che si faccia qualcosa e
al più presto. “La provinciale 128 è percorsa da auto e motociclisti a velocità
folli – denuncia una donna – anche 150, 160 chilometri l’ora se non di più. Noi
che usciamo da Cascina Barera non riusciamo a vedere chi arriva”. Ad ostruire
la visuale c’è anche l’erba alta a bordo strada. “Un tratto è stato sistemato
da un residente che ha provveduto a tagliare l’erba – continua la donna –
l’altro tratto lo avrebbero tagliato, sempre i residenti, oggi. Purtroppo è
accaduto l’incidente. Attendiamo che qualcuno di dovere intervenga”.
La
dinamica del sinistro è al vaglio della Polizia locale di Santo Stefano Ticino.
Sul posto è giunta anche la Polizia locale di Magenta che ha regolato il
traffico per tutta la durata delle operazioni di soccorso. L’elisoccorso è
intervenuto ad Ossona anche nel pomeriggio di ieri. Lungo la pista ciclopedonale
che affianca la Tav un ciclista di 38 anni ha accusato un malore.